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Traumatologia dello sport, i progressi degli ultimi anni

In che modo la traumatologia dello sport ha migliorato la carriera degli atleti professionisti e non…

Quando si pensa alla traumatologia dello sport, vengono in mente le immagini di campioni famosi che sono stati costretti ad interrompere una splendida carriera a causa di un grave infortunio. Storie e ricordi che ci appartengono e che, negli anni, ci hanno emozionato, a volte persino commosso. Forse per questo sembrano non sbiadire.

Eppure, sono episodi sempre più rari e datati perché la traumatologia dello sport è un settore della medicina che ha compiuto molti passi avanti in questi anni. Non è un caso che oggi le carriere di calciatori, tennisti o giocatori di basket si allungano fino ai 40 anni e oltre. Traguardo impensabile fino a qualche anno fa quando, a 30 anni, si considerava un atleta già vecchio.

Proprio di recente, in occasione della serie tv “Divin codino”, Roberto Baggio ha dichiarato di aver provato un senso di sollievo quando ha detto addio al calcio perché troppo provato da tanti infortuni che, specie negli ultimi anni, ne avevano condizionato il rendimento. 

Tutti noi abbiamo negli occhi i suoi straordinari goal. Ma anche lui, come tanti atleti di altri sport, una volta spenti i riflettori, al rientro negli spogliatoi (e nei giorni immediatamente successivi ad una prestazione) avrà dovuto fare i conti con dolori, anche forti.

Traumatologia dello sport: le lesioni al ginocchio

I traumi sportivi sono causati da lesioni di differente entità come: 

  • Lesioni traumatiche causate da traumi diretti o macrotraumi
  • Sindromi da sovraccarico, causate da microtraumi ripetuti

Nel corso dell’attività̀ sportiva, infatti, è frequente assistere alla comparsa di una serie di lesioni traumatiche dei tessuti molli, conseguenza di ipersollecitazioni, continue e frequenti ma anche di infortuni precedenti non trattati adeguatamente.

Rispetto alle frequenti contusioni e ferite che si risolvono nel giro di pochi giorni, esistono traumi importanti e acuti come lesioni muscolari e articolari. Pensiamo alle ginocchia, che sono tra le parti più sollecitate in moltissime discipline sportive, e ai tanti infortuni che possono occorrere come:

  • lesioni del quadricipite femorale
  • lesioni dei muscoli ischio-crurali
  • lesioni articolari capsulo legamentose (in particolare il crociato anteriore e i legamenti collaterali del ginocchio)
  • fratture del piatto tibiale
  • lesioni e rotture del menisco mediale e laterale

Dalle comuni distorsioni alla tendinite rotulea (detta anche ginocchio del saltatore) fino alle lesioni del legamento crociato e alle fratture: sono tanti gli incidenti al ginocchio che possono condizionare le prestazioni di un atleta nelle più comuni discipline obbligandolo a lunghi periodi di stop.

Bisogna rilevare anche come traumi ripetuti al ginocchio, nello sportivo, portino spesso ad un deterioramento progressivo della cartilagine articolare e in questi casi un intervento medico tempestivo e attento diventa fondamentale sia per le prestazioni dell’atleta che nella prevenzione di ulteriori danni articolari. 

Traumi e sollecitazioni eccessive

Il menisco ha ruolo fondamentale per preservare le cartilagini articolari e sappiamo bene che è fondamentale, in caso di lesioni meniscali, preservarne la maggior parte possibile al fine di prevenire l’artrosi (un tempo, in caso di rottura di menisco, questo veniva asportato completamente sfociando poi in gravissime artrosi negli anni successivi). Oggigiorno si praticano infatti le suture meniscali o meniscectomie selettive.

Oltre ai traumi, quindi, bisogna stare attenti all’usura da sollecitazioni. La cartilagine articolare che riveste le estremità delle ossa consente loro di scivolare correttamente l’una sull’altra assicurando il normale movimento degli arti, ma le sollecitazioni eccessive (tipiche negli sport a livello agonistico sia per l’intensità che per l’esecuzione di gesti tecnici impegnativi o eseguiti in maniera non corretta) espone gli atleti a un progressivo processo di usura che può sfociare in un fenomeno di artrosi.

Il caso di Roger Federer

Pensiamo solo ad un campione come Roger Federer che un anno fa si è operato al ginocchio destro: un intervento in artroscopia che ha fatto seguito a quello subito nel 2016, questa volta al ginocchio sinistro, proprio per una lesione al menisco.

Due interventi che, probabilmente, qualche anno fa avrebbero portato un tennista non più giovanissimo ad appendere la racchetta al chiodo mentre il campione svizzero, alla soglia dei 40 anni, è tornato in campo nelle scorse settimane per poi giocare e vincere persino qualche turno al Roland Garros disputando partite lunghe al meglio dei 5 set prima di scegliere un periodo di riposo in attesa di altre competizioni importanti (probabilmente Wimbledon).

A questo proposito è bene sottolineare come una fase di riposo e la riabilitazione siano essenziali perché una lesione può̀ aggravarsi se la ripresa è troppo veloce, e in quel caso le ricadute possono spesso determinare complicazioni anche serie.

Il punto è che oggi anche un atleta non più fisicamente “integro” può pensare di avere una carriera lunga mantenendo le proprie performance su ottimi livelli nel tempo. Gli infortuni che interrompono le carriere esistono ancora ma sono sempre più rari. Merito dei progressi nella medicina dello sport e non solo…

I progressi nella traumatologia dello sport, nella riabilitazione e nelle tecniche di allenamento

I progressi nella traumatologia dello sport hanno permesso di prevenire, diagnosticare e trattare le lesioni che subiscono gli atleti in modo sempre più preciso e tempestivo, consentendo a questi ultimi di tornare quanto prima all’abituale pratica sportiva, mantenendo livelli di performance elevati nel tempo. 

Nella traumatologia dello sport non è solo l’eventuale intervento chirurgico a essere determinante, ma tutta la successiva fase di riabilitazione che permette il recupero dell’articolarità, dell’elasticità e della forza. La riabilitazione svolge sempre più un ruolo importante per un buon recupero dell’atleta. Questa  può essere svolta  anche in vista dell’intervento in seguito a un trauma, al fine di accelerare il recupero.

I progressi nella medicina dello sport e nella fase riabilitativa si accompagnano poi ad una maggiore attenzione agli allenamenti specifici. Prevenire gli infortuni è un obiettivo che si realizza anche attraverso il miglioramento della mobilità articolare, presupposto per un’esecuzione ottimale di qualsiasi gesto atletico, e al rispetto dei carichi di lavoro.

Una muscolatura adeguatamente sviluppata rispetto alla tipologia di disciplina sportiva è la forma di protezione più efficace per l’apparato locomotore e di sostegno. Nello sport, allenare la forza muscolare è un aspetto necessario per potenziare la capacità specifica di prestazione, per migliorare le capacità tecniche, per la preparazione fisica generale e anche per prevenire traumi.

Non solo campioni…

Infine, una curiosità: secondo un’indagine Istat del 2015, sono oltre 20 milioni gli italiani che dichiarano di praticare uno o più sport. Fra questi, il 24,5% lo fa in modo assiduo mentre il 10% in modo saltuario. Ed entrambi vanno, ovviamente, incontro al rischio di subire traumi e infortuni.

Ogni anno si verificano circa 300 mila infortuni e le aree più soggette sono proprio caviglia (27,1%), ginocchio (17,4%), mano e polso (13,3), testa (13%), spalla (4,9%)….

Gli sport con più infortuni? Calcio 46%, Basket 7.8%, Pallavolo 7.3% e Sci 5.7%.

I progressi nella medicina sportiva non rappresentano un beneficio solo per gli atleti professionisti che guardiamo in tv o nei palazzetti dello sport ma anche per tutte le persone che scelgono di praticare uno sport per passione o semplicemente per mantenersi in forma.